
Infatti già nel periodo Quaresimale si svolgono celebrazioni e manifestazioni che si rifanno alla Passione di Cristo.
Un esempio sono la Via Crucis cittadina che parte dalla Chiesa del Carmine nel penultimo venerdì di Quaresima e la Via Crucis Vivente che, organizzata dalla Parrocchia di S. Teresa del Bambin Gesù, si tiene da qualche anno a questa parte la domenica antecedente quella delle Palme, sulla via Garibaldi.
Un esempio sono la Via Crucis cittadina che parte dalla Chiesa del Carmine nel penultimo venerdì di Quaresima e la Via Crucis Vivente che, organizzata dalla Parrocchia di S. Teresa del Bambin Gesù, si tiene da qualche anno a questa parte la domenica antecedente quella delle Palme, sulla via Garibaldi.
Come quasi dappertutto in Puglia, il Venerdì di Passione vede lo svolgersi della processione della Addolorata che esce dalla Concattedrale di S. Sabino e che costituisce un momento di grandissima devozione popolare.
Il Giovedì Santo è dedicato alla celebrazione della S. Messa in Coena Domini alla quale fa seguito la tradizionale visita cosiddetta delle "sette chiese" per adorare il SS. Sacramento collocato nel Repositorio, in quello che si chiamava un tempo il "Sepolcro".
Nella giornata del Venerdì Santo ha poi luogo nelle ore serali la tradizionale processione dei Misteri che esce dalla Chiesa del Carmine.
Invece il giorno successivo, il Sabato Santo, la processione della Desolata rappresenta l'atto finale della Settimana Santa canosina, con una delle processioni più toccanti di tutta la Puglia.
La Madonna Desolata, intorno alla quale è fiorita nei secoli una grandissima e profonda devozione da parte del popolo, viene accompagnata da un coro di circa duecentocinquanta donne che intonano quasi a squarciagola uno straziante canto dal nome di Inno della Desolata.
É sicuramente questo uno dei canti popolari della Settimana Santa più belli di tutto il Meridione d'Italia e degno di essere preservato e tramandato, anche perché viene eseguito da un numero elevatissimo di cantori, tutte donne che portano sul volto, per celare la loro identità, un velo nero.
- Testo a cura del dott. Francesco Stanzione.
- Foto tratte dal sito ufficiale dell' Istituto Centrale per la DemoEtno Antropologia (1) (2) e dell' Ufficio Informazione e Accoglienza Turistica del Comune di Canosa (3) (4).
Anni 90